Il Gruppo 2003 si associa alla dichiarazione dell'Accademia delle scienze di Israele sulla crisi umanitaria di Gaza

Il Gruppo 2003 per la ricerca si associa al monito lanciato dal presidente dell'Accademia delle scienze di Israele David Harel per risolvere al più presto la crisi umanitaria, lo stato diffuso di malnutrizione e il collasso sanitario a cui è stata ridotta la Striscia di Gaza, garantendo al contempo il rilascio degli ostaggi. Come dimostra anche la strage di civili a Kiev sotto i missili russi occorsa questa notte, ci troviamo ormai davanti alla realtà di guerre che prendono come bersaglio principale e non occasionale la popolazione civile. Ci sembra quindi giusto associarci all'appello dei colleghi scienziati che testimoniano le ragioni dell'umanità troppo spesso calpestate. 

Riportiamo in calce la traduzione italiana della dichiarazione dell'Accademia delle scienze di Israele (versione orginale: https://www.academy.ac.il/News/NewsItem.aspx?nodeId=837&id=3227).

Il presidente dell'Accademia lancia un monito: affrontare la crisi umanitaria a Gaza e garantire il rilascio degli ostaggi è un imperativo morale nazionale

Il professor David Harel, presidente dell'Accademia israeliana delle scienze e delle lettere, lancia un monito: "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla terribile crisi umanitaria nella Striscia di Gaza che mette a repentaglio la vita e la salute di centinaia di migliaia di persone".

 Ritengo sia mio dovere professionale e morale esprimere una posizione su questo tema, soprattutto alla luce dei dati medici e delle opinioni degli esperti che dimostrano l'esistenza di un'estrema sofferenza umanitaria. I combattimenti prolungati nella Striscia di Gaza dall'ottobre 2023 hanno causato la morte di decine di migliaia di persone, molte delle quali bambini e donne. I dati delle agenzie internazionali indicano il collasso del sistema sanitario, la mancanza di medicinali essenziali, l'estrema carenza di acqua potabile a causa della distruzione delle infrastrutture idriche e fognarie, la malnutrizione acuta di migliaia di bambini e il peggioramento delle loro condizioni di salute, la mancanza di accesso al carburante e all'elettricità necessari per il funzionamento delle apparecchiature mediche salvavita e degli impianti di depurazione dell'acqua, nonché gravi danni alla capacità di curare i pazienti cronici, i neonati prematuri, i feriti e molto altro. Inoltre, sono stati segnalati attacchi diretti contro i civili che si recavano a ricevere assistenza medica e aiuti umanitari.

Una crisi sanitaria di questa portata ha conseguenze a lungo termine: epidemie, mortalità infantile e feriti che avrebbero potuto essere salvati, gravi danni allo sviluppo di un'intera generazione di bambini e un aggravamento dei cicli di povertà, traumi e radicalizzazione. Tutto ciò va ben oltre un problema umanitario locale, costituendo una minaccia sanitaria, sociale e per la sicurezza che mette in pericolo la stabilità dell'intera regione e che avrà ripercussioni anche su Israele, sulla sua posizione economica e scientifica e sul suo futuro in termini di cooperazione regionale e internazionale. Già ora, nell'Unione Europea sono state adottate misure che potrebbero portare all'esclusione di Israele dal programma Horizon Europe a causa del mancato rispetto delle clausole relative ai diritti umani, misure che danneggerebbero gravemente i bilanci israeliani destinati alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione, nonché la posizione scientifica di Israele nel mondo.

In qualità di presidente dell'organismo di vertice della comunità scientifica israeliana, che annovera tra i suoi membri medici ricercatori, ricercatori in immunologia, biologia e sicurezza alimentare, chiedo al governo israeliano di agire immediatamente, sotto stretta supervisione di sicurezza, per proteggere la vita dei civili nella Striscia di Gaza, alleviare le sofferenze umane in quella zona e ripristinare le infrastrutture sanitarie e di base, garantendo il regolare flusso di aiuti umanitari essenziali, quali cibo, acqua, attrezzature mediche, medicinali e carburante.

Insieme a ciò, condivido la rabbia e la profonda preoccupazione delle famiglie degli oltre cinquanta ostaggi israeliani detenuti da Hamas da oltre 640 giorni e piango la perdita di vite umane tra i soldati israeliani nei combattimenti a Gaza. La responsabilità della vita e della salute degli ostaggi ricade su Hamas, ma invito il governo a impegnarsi senza sosta per raggiungere un accordo immediato che permetta il loro rilascio e il loro ritorno a casa sani e salvi.

Lo Stato di Israele, che considera la sacralità della vita un valore fondamentale e l'eccellenza scientifica una fonte di orgoglio nazionale, ha il dovere morale e un chiaro interesse in termini di sicurezza a prevenire un disastro sanitario su larga scala, le cui conseguenze si protrarranno per generazioni.

La storia ci giudicherà non solo per la nostra capacità di difenderci, ma anche per la nostra volontà di agire per prevenire la sofferenza umana quando è in nostro potere farlo. Questo è un momento decisivo dal punto di vista morale per lo Stato di Israele e per il suo ruolo nella comunità delle nazioni civili.